..non
ha le carte in regola..è senza i documenti.. e nonostante cio'
gira..circola ovunque.. attraversa i confini.. la hanno vista in
mezza Italia, ma anche in Spagna, Francia, Svizzera..
..
non risponde nemmeno alle regole basilari..
..che
dire..è per davvero un INSALATA RIBELLE!!!
...è'
l' INSALATA DELLE DOLOMITI...
un
insalata “antica”,, riproducibile.. che resiste al freddo.. che
anomalia delle anomalie ama il freddo.. resiste a temperature ben
sotto lo zero e cresce anche sotto la neve..
La
abbiamo ritrovata diversi anni fa ad Erto.. paesino che si affaccia
sulla drammaticamente nota diga del Vajont.. ce la ha data un vecchio
contadino.
Gli
era stata affidata dal padre, dal nonno.. uno dei tanti semi
riproducibili tramandati di generazione in generazione.. che hanno
sfamato generazioni
semino clandestino |
Da
quel giorno la abbiamo coltivata, assaporata, riprodotta e
distribuita ovunque.. dalla Toscana, all' Emilia, dal Friuli alla
Liguria.. il buon Diego l'ha portata anche in Spagna e altri in
Svizzera e Austria..
La
si semina da metà agosto a fine settembre e la si può trapiantare
anche a fine ottobre. Ha foglie apparentemente delicate, color verde
chiaro che poi si tingono di rosso.. fa cespi grandi ed ha un sapore
delicato, dolce.. molto gradevole. Assomiglia molto alle fragranti
insalate estive, solo che lei la si può mangiare in pieno inverno
E'
un insalata che detesta i prodotti chimici di sintesi, molto adatta
alla coltivazione naturale, biologica.. magari in consociazione con
qualche porro o rapa rossa..
Ma
cos'è questa storia delle “carte non in regola”? Mica serviranno
delle “carte” anche alle insalate?
Ed
invece si..le carte servono eccome.. in base a una serie di leggi e
leggine..italiane ed europee, anche le insalate, come del resto ogni
altra semente “devono” essere “registrate”,, iscritte in
registri.. regolamentate..
Altrimenti
è come se non esistessero..altrimenti non possono essere
commercializzate
Una
semente che ha decenni..secoli di storia viene bandita dai nostri
campi, dai nostri orti per una serie di provvedimenti di burocrati e
politicanti che hanno più a cuore gli interessi di grandi e piccole
ditte sementiere, che non la biodiversità tipica dei nostri
territori.
Troviamo
paradossale che sia consentito l'uso (anche in biologico) di sementi
ibride irriproducibili e addirittura dei famigerati CMS (ibridi a
sterilità maschile citoplasmatica)
mentre
si mettono alla porta sementi vitali e capaci di adattarsi a
cambiamenti climatici e a situazioni di coltivazione difficili.
Nessun commento:
Posta un commento